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LipS – Plastik SkiN

Sei un manichino bendato alle immagini della realtà di tutti i giorni.

*** Le labbra scorrevano in traiettorie inusuali che l’Essere di Silicio non sapeva interpretare. Non doveva interpretare.
*** Controllo. Assoluto blocco cablato in anni di programmazione/riprogrammazione autoindotta. Non v’era più umanità.
*** Tutto appariva già visto, già vissuto, privo di nuovi stimoli. Ed i pensieri erano piatti rotanti d’hard disk meccanico smagnetizzato.
*** Nessun dato precedentemente acquisito aveva più importanza. Nulla era più recuperabile.
*** Tutte le variabili rincorrevano un tempo votato alla prosecuzione senza meta fissa. Inutilità.

Looking for a plastic skin.

Un guscio impenetrabile ai più, lontano dall’orgia d’umanità senziente e dall’assoluto fetore di carne che ne emana.
Tutti bravi a parlare, tutti bravi a schifare. Molluschi che al primo vento di solitudine cadono come schegge impazzite lanciate dalla mano del Demiurgo.
La scelta dell’isolamento è ascetismo non comprensibile ai più, perché facenti parte del caprino gregge d’umani belanti esclusivamente le proprie disgrazie.

Pelle di plastica. Non più tessuti irrorati da sangue. Basta ferite, basta disattenzioni organiche. Focus incandescente mirato alle sole necessità primarie.
Perché se vivere è trascinare fardello di complessità venefiche, l’immobilità equivale a martello elettronico amplificato solo nel proprio essere.
Non necessita condivisione finché i circuiti valvolari accrescono la propria energia. Da preservare, da ottenere, da rilasciare in fascio concentrato e distruttivo.

Questa pelle di plastica attende labbra prive di sentimento :: balzello per i deboli ed indebolimento dei forti ::
Questa pelle di plastica attende nuovi input dall’esterno :: la riscoperta è un dubbio distruttivo, è una delusione postuma ::
Questa pelle di plastica attende immobile nel freddo dell’involucro che essa stessa è :: fotogramma congelato nel tempo e nello spazio ::
Vessazioni che intimoriscono mentre il coro di voci silenziose in lontananza colpisce abbattendo megatoni emotivi.

E la pelle di plastica urla e contorce per cedere. Non-Deve-Accadere.
Perché nessuno può andare oltre:
> per scoprire il bambino mai cresciuto
> per osservare lo sgorgare dalle ferite
> per scorgere le lacrime sotto gli occhi coperti

Nessuno-deve-vedere-oltre-la-pelle-di-plastica.
E’ infrangersi. Spezzarsi come il cristallo scivolato dalle mani umide.
Troppi, tanti pezzi da ricomporre. Troppe, tante prospettive da ricostruire e decodificare.

Labbra che si schiudono immergendosi nel miele tra lussuria ed antagonismo solo immaginati, appena percepiti.
Carne ribelle sotto pelle di plastica :: addomesticare l’umano è difficile :: Impossibile.
Labbra che scivolano sul corpo tra ombre dormienti nel sole di mezzanotte.
Ed il risveglio è un incubo alla luce del giorno.

Sei un manichino bendato alle immagini della realtà di tutti i giorni.

Looking for a plastic skin.
Looking for lips we love his.

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