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[Vampires] – Rituals – la bellezza dell’oricalco

‘Vale ben meglio un’oncia di buon sangue | che tutta la saggezza sonnolenta.’ (Guido Gozzano)

La fragilità è ben descritta dall’infrastruttura che supporta il dolore quotidiano nelle nostre costrizioni, nei passaggi a vuoto, nelle vie impervie senza sbocco d’uscita.
Pompanti muscolari definitivamente destinati all’interruzione del servizio e fluidi che s’arrestano in lunghezze d’onda luminose. Quasi ad essere evidenziati di luce radioattiva.
Blu venoso, ossidato nell’anidride carbonica sottopelle, senza pace scorre in reticoli preconformati da DNA ereditario. Siamo il prodotto di Spettri vissuti nei secoli; piccoli spermatozoi attraverso il Tempo delle Guerre, risultato d’alterne fortune e casualità senza progettazione finale. Il fato è un vascello tra le Leggi dei Grandi Numeri.
Rosso arterioso ricorrente/scorrente come malevolo alleato. Prosciuga l’energia in spasmodici movimenti: incessanti e decrescenti di nervi ad attivazione elettrica. Funzionalità basilari in batterie proteiche… scorre senza essere visto. Celato alla mente, celato alla coscienza, celato alla consapevolezza. Perché l’umano è un esperimento fallato. La cognizione del costrutto è informazione non necessaria al normale svolgersi delle funzioni. Un’ablazione priva d’obbligo se non la ricaduta non ritmica dell’organico. Necessario esperimento in cateteri sovradimensionati.
Ne vuoi ancora?

Sono rituali espressi nel buio tra luci e sciami d’insetti annegati nella ceralacca. Piccoli parassiti che s’annidano in ronzii non udibili tra gambe e vagine colanti, attirati da umori speziati nello spurgo nero. Sangue? Ne dicevamo poco fa. Rileggi la conformazione chimica. Nel mentre la mosca umana volteggia agganciata al metallo, in sublimi e barocchi matrimoni liberatori. Essa sopravvive in bolla priva di gravità annegata solo nel dolore che si protrae balsamico dalla mente e s’annida laggiù nel profondo delle viscere.

Dispiegherò le mie ali di seta tra l’acciaio ed il ferro come angelo caduto; passeggerò tra i riflessi al neon delle pozzanghere urbane assetato come lupo anelante il riempimento del Vuoto.
Verrò, per tutti voi, cantando nel sangue.
Viaggiatore oltre la luce dal 1801.

‘Lucien, ricordi il tramonto oltre la Senna?’

Humans Are Such Easy Prey

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