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..::The GifT::..

La teoria polivagale mira a spiegare le reazioni dell’uomo in situazioni di pericolo. L’attivazione immediata del sistema di difesa genera una risposta che non è mediata dalle zone corticali, dalle funzioni superiori, ma che si sviluppa nella parte evolutivamente più antica del cervello, il tronco encefalico.

E poi ci sono i momenti nei quali le cose vengono [ri]messe in discussione. E tu non hai voglia, nessuna voglia di discutere. Con altri, con te stesso, col mondo. E ti fa ribrezzo guardare qualsiasi cosa e passeggiare per strada ti dà alla nausea. Uscire nel mondo prefabbricato della socialità equivale allo stupro del tuo IO primordiale.
Perché è tutto uno schifo senza ragione d’essere. Un grumo maleodorante di falsi sorrisi e sterco inscatolato in pacchetti regalo. Ma non c’è sorpresa, non c’è emozione. Resta solo la fredda consapevolezza del non essere adeguato. Fuori scala dalla misura nel politicamente corretto delle regole precaricate di default. Costruzioni che, attenzione, non è concesso travalicare, non è concesso eludere, aggirare, demolire.
Odio. In quattro lettere racchiuso il maglio per la decostruzione e la decontestualizzazione in un agire senza significato; sono processi ad alto tasso lesivo per cerebralità instabili.
:Ossidazione
:::::Devianza
:::::::::Impatto
:::::::::::::Obsolescenza

La Teoria Polivagale del neurofisiologo di Stephen Porges (2014) si basa sull’evoluzione biologica del nostro sistema nervoso e un elemento centrale da capire è innanzitutto che esiste un’enorme differenza tra i nostri antenati rettili e noi mammiferi. La maggior parte dei mammiferi ha bisogno, per sopravvivere, di instaurare relazioni sociali, essi hanno bisogno di avere legami affettivi e di proteggersi l’un l’altro, mentre i rettili no, sono animali solitari.

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