E’ avvertibile, in lontananza, il latrato del bambino meccanico. Udibile, nella poesia della sofferenza che mai cederà il passo e che sempre avanza. Imperturbabile, stratificata nel tempo trascorso e nella vita non vissuta. Errori, tragedie, mancate esplorazioni. Indecisioni che sempre esistono; appese come panni sporchi al sole atomico e dai quali non è possibile estirpare la macchia.
Cadute, ricadute, schianti. Ossa rotte che galleggiano nel mare di sangue dal quale s’innalza il marchio dell’umano. Affogare sarebbe quasi preferibile. Sprofondare dai pinnacoli più alti della follia quasi un omaggio gradito.
E’ avvertibile, in lontananza, il latrato del bambino meccanico e ciò che ne rimane è un indecifrabile, immutabile e non sanabile crepa nel proprio inferno personale.
Ogni guerriero è caduto tra gli alberi di ciliegio ed ogni via è una strada chiusa aldilà del mondo.
2 commenti su “La Battaglia”
Articolo interessante
Un saluto
☺️
Grazie.