Terza Persona –
La tempesta è un urlo ciclonico che s’avvicina. Le sue mani, il suo volto, il suo respiro, tutto è accresciuto-distorto da gigantismo delirante.
Sorride, fissando con pupille d’Atlante, il volto plasmato dal terrore.
Prima Persona –
Impotente come mai lo sono stato, relegato a stato embrionale cucciolo d’umano mai cresciuto.
Privato d’identità e Provato dall’identità che nuoce e trasporta sconforto, amarezza. La bile distillata dal sottile involucro dell’epidermide altrui.
Ne sono travolto, in piena crisi d’astinenza, e la mente vacilla nel voler comunicare al di fuori degli intervalli di frequenza radar; captando i segnali degli spettri avvinghiati al quotidiano.
Terza Persona –
In questo momento grandina d’insulti nelle vicissitudini. Senza soluzione e remora calpesta la faceta seriosità delle evidenze assimilandole al terreno come l’escremento od il mozzicone di sigaretta. Ne più la merda di cane ha maggior peso e considerazione ai suoi occhi.
Prima Persona –
Eccomi all’altare del giubileo ricolmo di peccati e sensi di colpa. Vomitante parole non dette disciolte in acidi gastrici. Anche quest’oggi l’emicrania mi ricorda che sono un umano sulla via del parossismo emotivo seppur controllato dalle catene dell’asocialità e del conformismo. Vorrei urlare d’una voce radioattiva e portare cauterizzazione in ogni afflato.
Quarta Dimensione –
Mancate competenze sociali. Inespressa capacità relazionale. Protervia nella fallace reiterazione.
Ogni segnale è mancato e la struttura se-individuo collassa tra istanze autodistruttive prive di capacità di cambiamento.