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RewinD

Rewind.

Karma risvegliato, soffia alle Tempeste di Coriolis.
Pellicola riavvolta, brucia celluloide in tagli chimici.
Vivere > medesime situazioni.
Vivere > medesima ansia.
Vivere > medesima _PAURA_.
Scaraventato ancora nel terrore che soffoca il respiro e morde la gola.
D’un tratto: incatenato. Impotente. Senza via d’uscita.
E cresce la consapevolezza vivida che tutte le strade sono bloccate da cancelli di malattia imbevuti in liquidi pleurici.
Senza drenaggi, avvolti da affamata ruggine organica.

Persa ogni forza del metallo.

Accordi elettronici fanno piangere nello strisciare forte la parte più viva e carnale dell’Essere di Silicio, privo d’armatura.
Decostruita, frammentata lungo la strada nebbiosa dell’agonia, all’umidità del disagio profondo – incarnato nelle viscere.

Pulsante nell’anfratto più buio la bestia, anch’essa, trema. Non muove coda, non trasmette rabbioso vento nucleare.

Perchè non c’è guarigione per l’umano decadente.
Perchè non c’è contrasto fattibile.
Perchè non c’è più NULLA DA FARE.
Perchè le mie mani sono impotenti.

Rewind. Tutto torna al passato d’un futuro dal sole spento.

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