Il Bambino Senza Nome procede atterrito tra strade in fiamme e macerie ricoperte di pelle fusa. Inspira forzatamente l’olezzo di carne bruciata dalla griglia termonucleare. Mentre i parassiti della mente si cibano di sinapsi interrotte da radicali glicemici e demenza incipiente. Oramai il fisico non ha più spessore e la mente più utilità. Tutte le risoluzioni sono una eco lontana nel tempo passato; quel tempo lasciato scorrere imperituro e mal nutrito. Quel tempo vita che andrebbe assaporato nella sua interezza ma è e resta solo un vago miraggio carico di dolore e rimorso.
Scopri la tua carne ed accetta il fuoco che divampa: il dolore cesserà alla morte dei ricettori nervosi. Perchè si tratta di puro e scadente contesto organico.
Scopri ciò che sei ed accetta la fine della superbia: ciò che ti perseguita non cesserà di farlo. Perchè le ombre del diniego sopravvivono a qualsiasi buio.
